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140 | g. deledda |
Egli ora parlava con tale indifferenza, con tal fine disprezzo, che Bakis sentì il terreno mancargli.
— Tu sei uno sciocco, Bakis Fronte: io non so, non capisco come si possano creder certe cose. Eppure tu passi per un uomo savio.
— La saviezza e la stoltezza le dà Iddio nostro Signore. Del resto, vossignoria don Antine, dovete sapere che la stoltezza è di trentadue qualità: ogni individuo ha la sua.
— Tu parli bene, ma benissimo anzi, — disse il cavaliere, sempre passandosi la mano in testa. — Però io credevo che tu fossi un uomo savio.
— Ma non sente, don Antine, la sciocchezza è di trentadue....
— Infine, le lingue cattive bisogna lasciarle dire. Ma infine c’è solamente tua figliastra in casa mia per servente? Le lingue cattive....
— Non c’è fumo senza fuoco. Infine io la voglio in casa, vero o non vero; ecco tutto.
— Ma allora si dirà di più. È meglio lasciar dire. Fa una cosa, Bakis Fronte: queste non son cose da parlarsi fra uomini; fammi venir tua moglie. Le spiegherò....