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all’idea del magnifico ciuffo biondo di Jusepa afferrato da quelle mani prepotenti

— Tu sai, Bakis Fronte, che sei più piccolo di questo mio dito mignolo, — e glielo mostrava, — ed io potrei annientarvi con una parola.

— Voi farete un corno! — gridò Bakis, e poichè non poteva avanzarla in avanti, spinse la testa indietro. — Benchè siate ricco, non vi temo più dei miei scarponi. La ragazza tornerà a casa, altrimenti guai, guai, guai!

— Ha ventitrè anni. La legge....

— La legge la faccio io e la fa mia moglie. Oh che! Anzi faccia attenzione, vossignoria signor don Antine; sapete che non ho altro che la mia pelle e il mio onore, e la prima, perdio, posso bene esporla per il secondo.

Don Antine sorrise con pietosa dolcezza:

— Ah, vorresti dunque uccidermi, tu? Tu, Bakis Fronte? Ma, senti, se la cosa, cioè quella stupida cosa che dicono in paese, fosse anche vera, che te ne importerebbe? È tua figlia, forse?

— È figlia di mia moglie! E suo padre era mio amico, e mi disse una volta: Bakis Fronte, quando sarò morto tu fa da padre a mia figlia.