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zia jacobba 119


Siccome il porchetto litigava spesso con le galline, le quali a dire il vero erano molto impertinenti e gli beccavano le mosche persino negli occhi, Chianna, dopo avergli dato da mangiare, lo metteva entro un sacco, ridendo delle sue strida. Le galline si disponevano in circolo, guardavano l’agitato sacco con un solo occhio, tondo, fisso, rosso, e parevano ridere anch’esse. Qualcuna poi starnazzava le ali, camminava lesta lesta, facendo un certo picchiettìo coi suoi passettini, e andava a beccar le mosche proprio sul sacco. Il porchetto raddoppiava le sue strida; Chianna ritornava a filare cantando.

Ritornando zia Jacobba trovava il pajolino che bolliva, il suolo spazzato, il porchetto quieto entro il sacco, le galline sedute a far le uova, e Chianna che filava cantando.

La benedizione di Dio era in quella povera casetta nera: la caffettiera non mancava ogni giorno di saltar ballando sul focolare.

Zia Jacobba si sentiva felice, nonostante le sue febbri, alle quali infine c’era avvezza. Ogni volta che ritornava dalle paludi o dai suoi viaggi, provava una indicibile gioia rivedendo