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116 | g. deledda |
che nei giornali avete letto la strepitante notizia di un comune sardo messo all’asta, ne saprete quanto me.
Questo accade però: si fa l’asta; vengono espulsi gli abitanti coi loro stracci, che restano più o meno sulla via. Nessuno si presenta all’asta e tanto meno alla subasta; cosicchè gli stabili vengono aggiudicati al demanio. Si fa egregiamente e regolarmente ogni cosa, ma appena i funzionari hanno terminato la cerimonia e se ne sono andati, gli espulsi rimettono entro le case, — che hanno aperture poco solide, — le loro mobilie, e tornano ad abitarvi tranquillamente, in barba al demanio che non se ne accorge o non vuole accorgersene.
Lo stesso avviene delle terre: i proprietari continuano a coltivarle senza essere più molestati dal commissario; talchè molti finiscono col lasciarsi subastare i terreni per non pagare più imposte, che, a dir la verità, sono superiori alle rendite.
Così la buona parte degli abitanti sarebbe pressochè felice, — liberatasi dall’incubo dell’esattore, — se le piene, il sole, e sopratutto