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l'assassino degli alberi | 111 |
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Ma nel rivarcare il muro, un uomo gli si rizzò inesorabile davanti; e nel pallido albore lunare brillò la canna d’un fucile.
— Io lo sapevo, faina maligna! — gridò Sarvatore Jacobbe. — Ora potrei ammazzarti come un cane, ma ti farò qualcosa di peggio.
Tre uomini uscirono dai roveti.
— Voi avete veduto, — disse loro Sarvatore. — Questo pellegrino noi non lo uccideremo, non è vero, e non lo denunzieremo neppure, non è vero? Martinu Selix, tu mi servirai gratis, tu mi farai il servo per altrettante settimane quanti alberi hai assassinato.
La strana sentenza echeggiò potente nella gran pace rorida della valle. Martinu Selix proseguì il suo pellegrinaggio; ma al ritorno entrò come servo in casa dei superbi Jacobbe, e per tre anni subì il suo castigo morale e materiale.