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108 | g. deledda |
Martinu, che finora aveva risposto con calma agli scherzi salati di Paska, finì con l’irritarsi, tanto più che il vino lo rendeva più ardente e sospettoso del solito.
— Lasciami in pace, Paska, che io non ti sto cercando. Lo so bene che sono un mendicante, ma una donna migliore di te posso ben trovarla.
— Eh, sicuro! Nostra Signora di Valverde ci ajuti! Donne come me tu non ne vuoi. Le vuoi.... come te stesso....
— E chi sei tu? Perchè hai due soldi da spenderti? Archibugiata! Ma sta attenta: il mondo è una scala. Chissà che i figli miei non possano far l’elemosina ai tuoi!
Paska diventò rossa come lo scarlatto che orlava la sua gonnella. Disse:
— Per ora posso farla io a te!
Martinu sbattè a terra, violentemente, una piccola tazza di latta piena di vino, che teneva fra le mani, e gridò un insulto contro la fanciulla.
— Martinu! — urlò Sarvatore.
— Non m’importa nulla di te! E di nessuno m’importa! — gridò Martinu, con gli occhi verdi per l’ira. — Siete tanti cani rognosi! Non