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l'assassino degli alberi | 107 |
Soddisfatto discretamente, Pretu-Maria la pregò di tacere, di non far scandalo; ma ella, irritata sul serio, prese a dileggiare apertamente Martinu anche durante il pranzo.
Seduti in circolo, per terra, i convitati mangiavano su taglieri di legno e su pezzi di sughero: per posata portavano i coltelli affilati e niente altro. Più che il vino, il miele, raffreddatosi ma non del tutto, condiva il pranzo; in esso immergevano le bianche fette del formaggio fresco, il formaggello arrostito, le lattughe, il pane e persino la carne. Molti lo mangiavano senz’altro, succhiandone tutta la dolcezza e sputando lontano la cera masticata.
Allegri discorsi guizzavano da un capo all’altro; risate sonore vibravano nel rezzo dei vecchi ulivi. A nord e ad oriente le montagne azzurre sfumavano nel dilagare azzurro del fulgido meriggio.
A un tratto tutta l’allegria cessò: una maligna nuvola passò sul lieto convito. Paska diceva, rivolta a Martinu:
— Lo vedete il conte d’Artea, che vuole una dama per moglie! Peccato che ad Orune non ce ne sia!