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pei dirupi. Ah, ella sapeva bene come si diventa folli dopo aver bevuto il veleno del tradimento. Dove andava il disgraziato padroncino?
Era quasi mezzogiorno quando egli rientrò: aveva le scarpe bianche di polvere, le vesti raggrinzite come si fosse coricato per terra, qualche filo d’erba fra i capelli.
Zio Bakis, che faceva colazione accanto alla finestra, lo vide attraversare il cortile con aria intontita, e dopo qualche momento entrare, accostarsi e affacciarsi al davanzale senza dar retta alle sue domande alquanto ironiche:
— Dove sei stato? A divertirti? Hai litigato con qualcuno? Che viso hai!
Solo dopo qualche tempo Andrea volse il viso, senza sollevarsi, e domandò:
— Come state?
— Ringraziamo il Signore che ti accorgi finalmente di me. Bene sto, io; molto meglio di te.
Allora Andrea parve uscire da un sogno; si alzò, con la schiena contro il davanzale, e guardò fisso il canestrino col pane che il padre teneva sulle ginocchia.
— È tornato il medico?
— Alla forca! Che me ne faccio del medico?
— Egli non voleva che vi alzaste, oggi, padre. Tornate a letto.
Per dimostrargli che stava bene, il padre sorbì un uovo d’un fiato e dopo averne buttato il guscio dalla finestra destando un assordante starnazzare di volatili nel cortile, sì alzò e battè forte il bastone per terra.