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— Che importa? Non c’è più nessuno per me nel mondo.

E di nuovo infatti gli parve di trovarsi in una solitudine infinita. Perchè proseguire? La madre diceva «sì, sì, sì», senza capire nulla di lui; ed egli non sentiva nulla per lei. Meglio che appoggiarsi al seno di lei, meglio stendersi sulle pietre della strada, come uno stelo divelto. E si stese infatti sul paracarri e desiderò dormire. La donna gli parlava all’orecchio, a mani giunte, curva su lui.

— Perchè, tu domandi? È destino, è destino. È Dio che vuole così. Quando Mikali, disgraziato, mi disse: — madre, Vittoria Zara vuol lasciare Andrea perchè mi ama; — credi tu che io non abbia patito, Andrea? Quanto non ho fatto per distoglierlo? Tutto gli ho detto. E sai cosa risponde? «Madre, è destino». Come fare, allora? Allora, quando egli parla così, io sento le mie braccia staccarsi dagli omeri e cadere per terra. Che cosa fare, contro la sorte? Mikali non è cattivo, Mikali. È focoso, è leggero, ma non malvagio. Egli dice: «E non è peggio se Vittoria sposa Andrea e poi lo tradisce?» Andrea, anima mia, non fidarti, sai: loro due si sono incontrati perchè la sorte voleva così e tu non potrai separarli mai più. Non fidarti, Andrea: tu puoi correre da Vittoria, legarla a te, credere che ella ti ami. In fondo al cuore le resterà Mikali, come una pietra in fondo al pozzo; e il peso la tirerà giù sempre, sempre, e tirerà anche te se cercherai di trarla su... Andrea, tu sai ragionare! hai studiato, sai queste cose...