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dito come un uncino all’orlo della sacca di lui: — un po’ vi ho raccontato ieri; adesso voglio dirvi tutta la verità. Io non voglio sposare Andrea. È impossibile. Volevo, ero decisa a dirglielo io stessa, oggi, ma è stato impossibile. Mi fa tanta pietà: quando mi parla mi pare che posso ancora volergli bene, che posso mantenere la promessa... Ma non è bene, questo, no, no. Io non voglio. Lui e zio Bakis mi fanno tanta pena: come respingerli quando si afferrano a me dicendomi: «Tu sei la padrona, qui, tu sei la nostra speranza»? Come, come respingerli? Mi si spezza il cuore, frate mio; ma io... voi capite ogni cosa, voi dovete aiutarmi. Voi mi farete questo piacere: direte ad Andrea che io voglio rompere la promessa di matrimonio.

Il fraticello si fermò a guardarla; poi riprese a camminare rapido.

— Bella roba! proprio io! Perchè?

— Così! M’è venuta quest’idea!

— Brutta idea, angiolo mio! Andrea non ha stima di me: non mi tratta male, ma... insomma, bella, qui ci vorrebbe un’altra persona.

— Chi? Indicatemela voi!

— Ma poi sarà un tuo capriccio! Che ti viene in mente? Avete litigato?

— No, no! È altra cosa!

Senza più fermarsi, benchè gli sembrasse di trascinare un grande peso, egli volse il viso e tornò a guardarla: vide la fronte di lei rossa come il cielo là in fondo ove tramontava il sole, gli occhi di lei pieni di lagrime, scintillanti come il mare laggiù, e intese.