Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 52 — |
— Ma perchè piangi? Smettila. Tu hai pietà di me ed io non voglio. O il tuo amore o nulla.
Ella non rispose.
— Adesso io lo so, Vittoria, perchè sei triste. Tutto in questa casa ti parla di morte e di disordine. Tu sei tanto cristiana, in fondo: tua madre ti ha allevato nell’ordine e nell’amore delle leggi di Dio. Tua madre è stata virtuosa perchè è stata felice, e non mi ama perchè crede, e non ha torto, che io sia composto solo della carne e del sangue peccaminoso di mia madre. Io dico queste cose a te perchè le capisci, perchè sei intelligente; e te le dico perchè tu le capisca meglio ancora. Sì, io sono della carne e del sangue di mia madre: sono portato al disordine, all’eccesso: se non avessi trovato te mi sarei dato al giuoco, al vino, forse al delitto, come tanti altri. Ma tu sei stata la mia disciplina: io filo dritto per amore di te, per essere degno di te. E tu pure devi essere degna di me. Mi capisci, Vittoria? Ma perchè piangi? Basta!
Ella si asciugò gli occhi con la manica e scosse la testa per scacciarne i pensieri malvagi; sì, in quel momento Andrea le ridestava amore; amore fatto di pietà e di angoscia; e proponendosi ancora una volta di sacrificarsi per lui, di non tradirlo, di dividere con lui una vita di dolore, ne provava una gioia di martirio.
— E adesso devo dirti una cosa, Vittoria. La vita militare mi ha fatto bene, mi ha insegnato a obbedire alla legge che è superiore a noi; e