Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 48 — |
accanto a suo padre quando per la prima volta, seduti su quella stessa panchina, aveva osato chiedergli di perdonare e di riprendere sua madre.
— Mai! Si può rimettere in casa una serva ladra?
— Ella non è stata colpevole come voi credete.
— Come? Se li ho sorpresi io?
— Che importa? Ella amava.
Il padre lo aveva guardato con pietà, pur sollevando la mano per schiaffeggiarlo. E non aveva discusso.
Ma ecco Ignazia che esce nel cortile a stendere un panno e solleva gli occhi lenti pensosi. Andrea si ritirò perchè aveva paura della malignità dei servi, ma invece di tornare nella camera di suo padre uscì in cucina e trovato il fraticello che voleva andarsene, lo prese per le braccia e lo costrinse a sedersi di nuovo.
— Dove volete andare? A predicare? Fatelo qui, se volete: gli eretici e i miscredenti son qui!
— Per questi non si predica più, è inutile. Si predica per quelli che credono ancora.
— E ce ne sono? Voi credete ancora?
Zia Sirena curva sul focolare a cuocere un cataplasma di salsapariglia, lo fissò, con occhi severi, poi guardò il frate battendosi un dito sulla fronte: il frate però aveva soggezione di Andrea e gli rispondeva scherzando timidamente.
— Se non credessi, che starei a fare in que-