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fissava minaccioso e spaurito — anche tu avresti accettato l’eredità, allora, perchè la passione ti portava via. Confessa che sei stanco di me, adesso, della catena che ti sei messo al piede, e ti crederò. Ma non tirarmi fuori la tua coscienza, il tuo dovere. Il tuo dovere è di stare qui, con me, legati alla stessa catena; hai inteso, Mikali? Tu puoi andare in capo al mondo e gridare a tutti, come fai spesso: «un uomo come me fa questo, un uomo come me fa quest’altro!» possono crederci, perchè la gente crede a chi più grida; e tutti diranno: Mikali è un uomo giusto, Mikali è un uomo coscienzioso; ma sarò io, Mikali, sarò io che ti giudicherò. Sono io la tua coscienza, Mikali, — gridò battendosi le mani sul petto che le doleva. — Io, io! Tu non potrai più fare un passo, lontano da me, senza che io non dica: quel passo è falso. Tu non potrai pronunziare una parola senza che io non pensi: Mikali mentisce! Ma non vedi, Mikali, che tu stesso non pensi di partire? Se ascolti bene la coscienza vera, non ti muoverai più dal mio fianco. Non è la roba che ci tiene in discordia, Mikali, — continuò abbassando la voce che si faceva sempre più accorata e supplichevole — anche poveri, anche lontani di qui, lo saremmo lo stesso. È il peccato che ci tormenta, è il tradimento che abbiamo fatto. Invece di correre per il mondo, cerca di emendarti dei tuoi vizi, tu, adesso, come io cercherò di essere una buona madre e mi seppellirò viva in questo luogo di penitenza. Vedrai che tutto andrà bene, Mi-