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ma non molto. — Predu Zanche è partito col passaporto falso!
— E fallo tu pure, se credi! Ma bada a quanto ti dico stanotte, Mikali: se tu vai via di qui non ci rimetterai più piede in tutta la tua vita.
Allora egli diede un pugno al pomo del letto e si chinò su lei stringendo i denti.
— È questo appunto che voglio!
Ma ella sorrise, un sorriso ambiguo, triste e crudele, ed egli gridò:
— È questo! E anche tu uscirai di qui e non ci rimetterai più piede.
— Io starò qui, Mikali! Nessuno può costringermi ad uscirne.
— Nessuno? Io, ti costringerò...
— Tu? — ella disse con disprezzo. — E come?
E il suo braccio inerte si sollevò minaccioso, si piegò con la mano fissa sul fianco in atto di sfida.
— Come, Mikali? Dillo, come?
Mikali si passò una mano sugli occhi; vedeva rosso, come la notte della serenata; desiderò uccidere la donna, e un sudore di morte lo gelò tutto.
— Tu vuoi ridere, Vittoria... come facevi un tempo... ma non ti riesce... — disse tremando. — Io andrò a San Pietro delle Immagini, quando c’è messa... e m’inginocchierò in mezzo alla chiesa, e griderò... mentre il prete legge il vangelo... griderò: Sentitemi, cristiani, io e Vittoria mia moglie abbiamo usurpato i beni di Bakis Zanche... lo giuro qui, qui, dove Ba-