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mucchi del ferro che deve esser caricato sui treni; prende settanta scudi al mese e ne spende neppure un terzo... Io andrò là, egli mi ha scritto che se io posso impiantare laggiù una rivendita di vino e di pane, in poco tempo divento ricco. Ecco la lettera, è qui, in fondo alla mia berretta... Voi credevate ch’io parlassi così, senza fondamento? E i denari, direte voi? Io non domanderò un centesimo a mia moglie; m’uccidano, se mentisco: so io a chi rivolgermi... sì. E così vi dico; laggiù io non vedrò che la gente che passa sui treni, e intorno sarà solitudine come al vostro convento.

Il frate sospirò due volte; ricordava il povero Andrea in cerca di solitudine. Si alzò e sospirò ancora, a testa bassa, a occhi chiusi: e pure continuando ad ascoltare i discorsi strani di Mikali sollevò il viso, vide di nuovo il chiarore della finestra di Battista e un sorriso gli illuminò gli occhi: eccolo, il faro; lassù era la pace, la barca pronta per il grande tragitto; tutto il resto, non era che il moto vano delle onde.

— Allora io ritorno da Battista; ci rivedremo poi, — disse avviandosi.

Mikali lo riaccompagnò; e poichè Maria Luisa Zoncheddu, intenta a ficcare un cero in un candelabro nero, si volse curiosa interrogandolo con gli occhi, le disse sottovoce:

— Il mio servo ci è venuto incontro per dirci che Vittoria sta bene. Allora siamo tornati indietro perchè è meglio che frate Zironi stia qui. — E dopo un momento di esitazione aggiunse: — come va?...