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a Vittoria. Essa si confesserà con voi: voi le dovete dire: «Vittoria, tu e Mikali vivete nell’errore, con la roba usurpata, e state in discordia perchè, certo, Bakis Zanche nel mondo di là si arrovella sapendo che lo avete ingannato». Egli non avrebbe lasciato la sua roba a Vittoria se avesse conosciuto la verità, come non l’ha lasciata a me perchè scontassi il peccato di mia madre. Dopo tutto era roba sua, non nostra, e lui era il solo padrone. E noi, frate Zirò, io e mia moglie, sentiamo come un peso; la pietra del peccato ci divide. Per questo io voglio andare in cerca di un po’ di fortuna.

Il frate sedette sul paracarri, pensieroso. Che fare? Ricordava che ogni volta che s’era intromesso negli affari dei Zanche, aveva sbagliato: sbagliato nel respingere Andrea dal convento, sbagliato nel consigliare il matrimonio di quei due. Tuttavia, un po’ per amor proprio, un po’ per timore di dare nuovamente un consiglio errato, tentò di convincere Mikali a togliersi di testa la sua idea.

— Ma se son io, Mikali, che per primo ho incoraggiato Vittoria a seguire la sua inclinazione? Era un atto di giustizia che ella doveva compiere; tu piuttosto cerca di evitare i veri peccati; lascia il vino e le donne; lavora qui, chè se vuoi hai ben più da lavorare che in America.

— Non posso! Esco di casa al mattino con l’intenzione di accudire ai fatti nostri e come una mano mi spinge altrove... Vado alla bettola perchè non so dove andare... Quando entro in