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allora si alzava avvicinandosi di nuovo verso lo stazzo Zoncheddu, pensando di pregare Battista a volergli restituire il vestito di frustagno che ella conservava nella sua casa come la spoglia di un morto.
Ma oltre la siepe non osava avanzare.
X.
Quella notte però ne sentì finalmente il coraggio: si avanzò rapido, a testa bassa, come volesse sfondare l’ostacolo che gl’impediva il passaggio, e quando fu nel recinto respirò con sollievo.
La luce della finestra della malata illuminava la siepe; attraverso la porta si vedevano i ragazzini raccolti attorno al focolare acceso, insolitamente silenziosi, storditi dall’avvenimento misterioso che si svolgeva nella loro casa.
Mikali sedette come un tempo in mezzo a loro e domandò sottovoce:
— Ebbene?
— Zia Battista muore; sta zitto! — rispose il più grandetto, quello che un tempo gli portava i messaggi di Vittoria; e il più piccolo, con gli occhi rotondi verdognoli spalancati nel viso nero pieno di un terrore arcano, gli si aggrappò alle ginocchia e si rizzò mormorandogli all’orecchio:
— C’è il frate!
Un bisbiglio sorse dal circolo dei bambini ta-