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quello che puoi e prenditi metà del frutto. Ed io lavoro tutto l’anno; ma posso mettere le braccia contro il vento del mare? Posso lavorare per venti uomini? Se volete dei miglioramenti, ebbene, ragazzi miei belli, mandate i vostri servi ad ajutarmi; ma non cacciatemi via così come una volpe o un nibbio. Ho ragione, frate?

— Pienamente ragione.

— Che ne sapete voi? — disse allora Mikali sdegnandosi. — O uno è buono a lavorare o non è buono; se non è buono vada a coricarsi.

Vittoria ascoltava pensierosa, e dopo un lungo dibattito fra gli uomini disse:

— Se zio Bakis aveva promesso di non mandare via il fattore, perchè offendere il volere di un morto?

Mikali la guardò con disprezzo.

— Così fai tu i tuoi interessi? Ma le donne li fate tutte così, a modo vostro: e per ciò i vostri interessi vanno sempre male.

— E lasciali andare male, purchè non sia commessa iniquità.

Mikali replicò beffardo, e questa fu la loro prima questione. Invano il frate trasse le mani dalle maniche come un predicatore prima del sermone e propose di aggiustare le cose in questo modo: si facesse un nuovo contratto; il fattore si obbligasse a tali e tali cose e se dopo un anno non manteneva i patti venisse congedato.

Mikali guardava lontano e rideva con amarezza: anche i frati, adesso, s’immischiavano