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Una volta sono stato fattore d’un predio di Giuanne Predu Murtas. Egli mi mandò via senza ragione: io una notte passai nel predio con un’accetta in mano, deciso a stroncargli tutte le piante. Ma queste avevano i fiori e pensai: verranno le frutta e passerà di qui qualche poveretto e qualche anima errante e potranno saziarsi. Va, lasciamo in pace queste piante innocenti... No, io di simili piccole vendette non ne feci mai: io, quando ho avuto un rancore, lo gridai sempre a voce alta.
Allora Mikali, preso da un impeto di lealtà, gli confessò che pensava di cambiare presto fattore, perchè lui, ziu Bainzu, era troppo vecchio e il predio aveva bisogno di essere coltivato da braccia robuste.
— Il vostro lavoro vi sarà compensato.
Il vecchietto spalancò gli occhi.
— Tu vuoi cacciarmi, così, come un uccellino? Tu vuoi pagarmi anche? Hai moneta bastante?
E cominciò a tremare convulso, cosa che impressionò Mikali abituato a vederlo di solito calmo e fermo.
— Be’ state tranquillo, parlerete con Vittoria.
Il vecchio non parlò più, ma se ne andò in giro cupo guardando e toccando le piante che conosceva ad una ad una ed alle quali aveva dato nome e cognome. E parlando con esse come con persone vive, cominciò ad esporre le sue ragioni al vecchio pero innestato da lui tanti anni prima alla presenza di Bakis Zanche.
— Hai sentito, Predu Pira? Il bastardo vuol