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quercia. Ha denti acuti, il dolore, e rode silenzioso come il sorcio. Quando veniva qui cantava, Bakis Zanche, poi mi diceva: voglio portare qui una donna per divagarmi quando vengo. Invece non si lasciò più vedere. Ebbene, Mikali, vieni su qui con Vittoria, appena vi sposate. Il vento marino fa bene agli sposi.

E Mikali beveva e pensando a Vittoria, alle loro nozze, al tempo felice che li attendeva, dimenticava le pene del suo orgoglio ferito.

*

Durante l’autunno tornò spesso al podere, per prendere le frutta che piacevano molto alle donne dello stazzo. Qualche volta passava la notte lassù, e le storielle semplici e tragiche e i racconti di gioventù che il fattore, come tutti i vecchi sardi, amava ricordare, lo esaltavano e lo facevano sognare.

— Una volta un nemico mi ha offeso: l’ho ucciso e sono stato in carcere; va bene, sono stato in carcere, ma quello non mi ha più offeso, non solo, ma anche gli altri hanno imparato a rispettarmi. Mi dispiace solo di aver mandato un’anima al diavolo, ma del resto non mi pento.

Mikali, pure sospettando in questa storiella una vanteria innocente, pensava ai rimorsi e alla pena che talvolta gli dava l’uccisione del puledro del dottore, e avea soggezione del vecchio.

— Mikalè, piccolezze però non ne ho commesso mai, te lo giuro, malanno mi colga se mentisco.