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e non conosci gli uomini, tu!» Che voleva dire? Ah, ogni piccola cosa adesso la turbava e l’anima sua era come quel grande cielo d’agosto, ardente e profondo, ma sul quale ogni tenue vapore si ferma e diventa nuvola.
Più tardi entrò in cucina e sentì che le serve parlavano sottovoce, curve sul canestro dell’orzo; senza dubbio commentavano ancora lo straordinario avvenimento, ma quando videro lei cambiarono discorso mettendosi a discutere sulla potenza dei verbos di Nicola Farre.
Gl’insetti erano tutti scomparsi dal frumento, dopo lo scongiuro; e zia Sirena non se ne sorprendeva, anzi consigliava Ignazia a non parlarne troppo per evitare che un’altra volta le parole riuscissero meno efficaci.
— Quando si ha fede in una cosa non ci si pensa su tanto. Se tu ci pensi molto vuol dire che non hai fede.
— È vero, — disse Vittoria, e mentre si recava al paese per esser presente alla visita definitiva della madre di Mikali ripeteva fra sè: — è vero, è vero!
Un tempo infatti ella aveva avuto tanta fede nel suo amore che s’era abbandonata fra le braccia di Mikali senza pensare ad altro che ad amare: adesso combatteva contro mille fantasmi, e tutto le dava sospetto e turbamento. Arrivò a casa sua che ancora non era decisa a dire definitivamente sì.
Ma la gobbina vigilava; le bastò uno sguardo per accorgersi che Vittoria non era sicura di sè; la vide sedersi, con le mani abbandonate sui