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— Mikali mio figlio può aver commesso qualche leggerezza, ma è uomo ed è giovane, e non sarebbe tale se non avesse tentato di conoscere il mondo. Ma ha veduto cosa c’è, nel mondo, ed è tornato indietro, e sarà uomo, adesso, non più ragazzo. La donna, poi, è quanto di più saggio si può desiderare: è figlia di buona madre, è tua figlia, Pietrina mia!
Allora la vedova, per significare che il colloquio diventava grave, fermò il filo al gancio del fuso e unito questo alla conocchia li depose tutti e due sulla sporgenza della finestra.
— Tu parli di mia figlia, di Vittoria?
— Sì, mio figlio Mikali mi manda per domandarti Vittoria in moglie.
La vedova taceva. Allora zia Marianna si fece coraggio e riprese:
— Te lo confesso, Pietrina mia, io stimo mio figlio e lodandolo sono sincera; ma non credere ch’io sia venuta qui a cuor leggero. So quello che vale tua figlia: tant’oro! Senza contare che è ricca, Dio benedica la sua roba. Il cuore mi trema, vedi: da tanti anni io non venivo in paese, come una condannata, e solo l’amore per mio figlio mi ha mosso. Ma se tu non sei contenta, dillo pure subito; non prendere tempo e non farmi rifare questo calvario: siamo state compagne e possiamo parlare col cuore in mano.
Pietrina Zara sapeva bene che in queste circostanze non si può dire la verità intera neppure al proprio fratello: seguì dunque l’etichetta.
— Che vuoi ch’io ti dica? Come posso rispon-