Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 188 — |
ribellarsi? Eppure... Un solo fruscìo la fa di nuovo sobbalzare. Chi è? Il morto? Il vivo? Entrambi la fanno egualmente palpitare.
— Ah, zia, siete voi? Che c’è?
— Senti, ho da parlarti.
La gobbina le si attaccò addosso come un’ombra; e fu un lungo discutere, un sommesso ma vivo protestare da parte di Vittoria, poi lunghi sospiri, un gemito di rassegnazione seguìto da un momento di silenzio, e infine una risatina soffocata, il gorgheggio dell’uccellino che riprendeva a svolazzare nella sua gabbia.
III.
L’indomani Vittoria annunziò alle serve che al calare del sole sarebbe andata da sua madre.
— Sola? — domandò Ignazia sospettosa.
— Perchè, ci sono forse le volpi? — ella ribattè ironica.
Durante il pomeriggio stette nella sua camera a cucire seduta davanti alla finestra: vedeva la brughiera gialla e verde e in lontananza i monti velati dall’ombra di una nuvola immobile; e sentiva una grave oppressione e insieme una gioia ardente come si preparasse ad un’azione eroica. Verso il tramonto si vestì, calzò le scarpe alte, preparò la sottana nera da buttarsi sul capo: mentre però stava per uscire incontrò Nicola Farre lo scongiuratore e dovette accompagnarlo nella stanza terrena.