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sono più validi. Una volta, così Dio mi assista, ho veduto una volpe cadere morta stecchita appena il prete lesse il Libro dietro il cespuglio dove essa aveva il covo... Sì, domandate a frate Zironi, se non credete a me.

Vittoria taceva e pensava a frate Zironi. Venisse! Le parlasse ancora una volta come le aveva parlato quel giorno nello stradone! Ella aveva risposto no, quel giorno, ma a misura che il tempo passava qualche cosa cadeva dal suo cuore come le pietre dal muro, lasciando un varco.

Mentre i servi discutevano s’alzò e uscì nell’orto, fino al muro su cui s’era aggrappato Mikali la notte di San Giovanni. Un peso la soffocava; volse il viso alle stelle, ansando lievemente, quasi volesse dissetare la sua angoscia d’amore bevendo l’infinito; e cominciò a piangere, ad occhi chiusi, mordendosi le labbra, e trasaliva nel sentire le sue lagrime scivolare lungo le guancie, lungo il collo e caderle nel seno quasi dure come perle. Che catena era quella! La legava al passato, la chiudeva in un cerchio di morte. E aveva paura di volgersi perchè i fantasmi erano dietro di lei; e le pareva di odiarli, pure piangendo di rimorso, quei due morti che la tenevano chiusa nella loro casa come per farle provare un poco della loro sepoltura: li odiava, pure piangendo per loro.

Si aggirò per l’orto, quasi cercando un buco ove fuggire; ritornò verso il muro e s’acquetò, stanca, come l’uccellino che ha invano sferzato le ali contro la gabbia. Tutto era finito: a che