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sogna sorridere di tutto? Quale è il bene e quale il male? — Da anni e anni, cioè da quando era stato a Cagliari studente di Rettorica, questi problemi gettavano ombre e luci sulla sua anima solitaria. Quanti libercoli aveva consultato per risolverli! E ancora ne consultava. Ecco infatti ne trasse due dalla manica, neri arrotolati come grossi sigari, odorosi d’aglio e di topo; svolse l’uno, svolse l’altro, li mise assieme e li arrotolò in senso inverso per farli stare spiegati; trasse dalla manica un astuccio d’osso con sopra inciso un muflone fra due felci, e dall’astuccio gli occhiali di cui un vetro era rotto.

I merli fischiavano sul lentischio sopra i macigni, ed egli piccolo e nero come una formica in quell’immensità di paesaggio leggeva il Passero solitario e leggeva i Fioretti, di tanto in tanto battendo il dito sul libercolo e scuotendo la testa per approvare le cose che leggeva.

«Breve è il diletto del mondo, ma la pena che sèguita poi è perpetua; piccola è la pena di questa vita, ma la gloria dell’altra è infinita...»

«Imperò che è segno di grande amore quando il Signore punisce bene il servo suo di tutti i suoi difetti in questo mondo acciò che non sia punito nell’altro...»

Ma un grido nasale di cornacchia gli fece sollevare gli occhi al disopra degli occhiali che gli erano scivolati sul naso: pareva un grido umano beffardo eppure lamentoso, ed egli rispose a voce alta: