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tore che correva come un bandito: vedendomi si fermò e mi pregò di andare allo stazzo Zanche con la notizia che Andrea era morto. M’ha giurato sul capo di sua madre che Andrea l’ha fatto apposta, che ha voluto morire lui. Piangeva come un bambino, il cacciatore, raccontandomi che Andrea aveva un viso strano ed era pallido e sapeva benissimo che quello era il posto ove passava il cinghiale. Gli avevo assegnato un altro posto, raccontava il cacciatore, ma dopo che anch’io ebbi preso il mio, egli si mosse: deve aver strisciato pancia a terra, se no l’avrei veduto cambiare il posto. Il cane era inquieto e mi girava attorno come una mosca; si accorgeva di tutto, la bestia, ed io cristiano misero, no! Ma Andrea è lui che ha voluto morire.

— Ebbene, — disse gravemente Mikali, — non bisogna dir questo per non aumentare il dolore del disgraziato nostro padre.

Più in là verso la china vide due fiamme, una alla sua destra, l’altra a sinistra; la luna che sorgeva dal mare e un fuoco fra i cespugli. Si diresse quassù. Il silenzio era così intenso che si sentiva da lontano il crepitare della fiamma alimentata da fronde di lentischio. A misura che saliva, egli distingueva figure d’uomini ferme nel chiarore rossastro; una, grande immobile come scolpita nella roccia, doveva essere quella di suo padre.

Cominciò a vedere tutto rosso. Ah, il sangue di suo fratello! E in ogni roccia, in ogni cespuglio, scorgeva il cadavere coperto da un