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l’olio e il pane? Anche San Francesco non aveva mai sdegnato l’olio e il pane.
Ed egli s’era messo in cammino con una fodera di tela per bisaccia, e i sandali rotti che sembravano di scorza d’elce diventati troppo larghi per i suoi piedi dimagriti, neri e nodosi come radici secche.
In breve la rugiada gli inumidì i piedi, i sandali e l’orlo sfrangiato della tonaca; l'aria del mattino gli rinfrescò il viso ossuto rugginoso, goccioline di vapore brillarono sulla barbetta cenerognola che pareva il musco sulla roccia: e gli occhietti verdi sotto le sopracciglia arruffate brillarono anch’essi simili a due lucciole sotto la siepe.
Questa freschezza e questa luce lo penetrarono tutto; si fermò su un ciglione, guardò in su, guardò in giù e approvò a voce alta:
— Bene! Bene!
Approvava l’opera del Signore, il bel mattino di primavera. Sopra le chiome verdi immobili dei grandi literni passavano nuvolette bianche e colore di rosa; qualcuna si attardava sulla cima scura di una roccia come un velo dimenticato; e in tutto il paesaggio verde e fresco senza fiori e sul cielo azzurro un poco velato si stendeva questo misterioso senso di abbandono e di oblìo. Nulla e nessuno aveva fretta lassù; anche il fischio dei merli e i richiami dei falchi erano lenti e tranquilli.
Sopratutto le lontananze destavano l’ammirazione del fraticello; la landa verde chiusa dal mare, disseminata di stazzi bianchi fra i len-