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giorni, per instigazione del demonio cominciò ad avere in tanta abominazione l’abito che portava che gli pareva portare un sacco vilissimo: aveva in orrore le maniche, odiava il cappuccio, eccetera.

Andrea pareva ascoltasse, ma sollevando d’un tratto il viso, il frate gli vide gli occhi così vitrei che si turbò.

— Hai sonno? È presto ancora. Qui le notti sono lunghe. Tu sai quale è stata la visione che decise San Francesco a rinunziare al mondo? Gli pareva che dalla sua bocca uscisse una croce d’oro la cui sommità toccava il cielo e le braccia si distendevano dall’oriente insino all’occidente. Dopo questa visione egli diede tutto ai poveri e si fece frate minore e parlava con Dio come un amico con l’altro...

Andrea si alzò e cominciò a camminare su e giù per il refettorio mal rischiarato dal lumicino ad olio che spandeva sul tavolo e sul pavimento un grande cerchio di ombra. Per qualche tempo andò su e giù così, inciampando, intento alla sua ombra deforme che s’allungava e pareva giocasse sulle pareti e sul soffitto; d’un tratto però si fermò, fissando di nuovo il frate che beveva il vino rosso da una scodella gialla senz’ansa e parve volesse dire qualche cosa; poi riprese a camminare.

— Tu mi hai chiesto oggi che cosa mi ha fatto decidere a venire quassù. E chi se ne ricorda? — chiacchierava il frate. — Ogni giorno che passa, per me non esiste più: la notte lo cancella col suo pennello nero. E i giorni che