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— D’inverno, certo, la vita quassù non è piacevole. Freddo molto non fa, ma siamo spesso bloccati dalla neve, e a mala pena arriva la posta, che del resto consiste in qualche giornale per il parroco, il dottore e il podestà. Il dottore ha quasi cento anni, e i malati devono andare in casa sua per farsi curare. Fortunatamente, di malati non c’è che qualche bambino con l’indigestione, e in tutti i casi il dottore ordina acqua fresca a volontà. Il parroco invece è giovanissimo, pieno di vita e di iniziative: iniziative che cadono a vuoto, perché qui c’è poco da fare. Gli abitanti sono superstiziosi, più che religiosi, e ricorrono piuttosto alla fattucchiera che al prete. Oh, se le dovessi raccontare certe storie! Anche il mio nonno e la mia mamma sono superstiziosissimi. La mamma, per esempio, crede che il giovedì porti fortuna, e quindi si è molto rallegrata nel veder arrivare oggi il signor ingegnere.

— Meno male. E lei?

— Anche per me il giovedì è una bella giornata: perché io, Lei deve sapere, sono la maestra del paese. È vero che mi tocca lavorare lo stesso: si fa il pane, io e la mamma.

— Allora mi dispiace di averla disturbata.

— Oh, niente! Anzi le chiedo scusa della povera ospitalità offerta. Beva un altro bicchiere di vino.

Egli non intendeva bere oltre; e desiderava