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di lui, che si era d’un tratto acceso e la penetrava tutta; e per una rispondenza fisica, domandò con voce mutata:
— Lei è da molto tempo nell’isola?
Ed ecco che un’improvvisa intimità, sebbene reciprocamente nascosta, si stabilì fra loro.
— Da due anni — egli rispose; ma non disse altro di sé, ed anche lei parve subito pensare ad altro.
— Presto, presto! Scappa! Oh, che bella sorpresa — gridò, sinceramente allegra, piegando la bottiglia sul bicchiere di lui.
La schiuma rosea veniva fuori stridendo, e tutta la tavola pareva colta da un brivido di gioia.
— Presto, un altro bicchiere; beva, beva — ella diceva, riempiendo anche il bicchiere per l’acqua. — Com’è?
— Eccellente! E lei diceva che non era buono.
— Ah, io non so: non l’ho mai assaggiato. Lo diceva il povero babbo. Beva.
Egli beveva. E d’un tratto, come se una luce nuova illuminasse le cose, tutto intorno gli apparve bello. In realtà, forse, lo era: secondo lo si giudicava. La semplicità, anzi la povertà del luogo, aveva un senso di purezza, di lontananza dalla vita comune degli uomini: attraverso le tendine trasparenti si vedevano i muri della chiesa, e pareva di essere nella piccola foresteria di un