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quali aveva allontanato le tendine mobili come sportelli di velo, vedeva il giardino e il parco sotto il castello; e di là dal parco i campi e le vigne del principe suo consorte.

Nel giardino fiorivano a migliaia le rose di ogni colore, e le aiuole simmetriche, sul fondo dorato dei viali ghiaiosi, erano così fitte di fiori di tutte le gamme dell’iride, che da lontano sembravano mosaici bizantini. Eppure la principessa si ostinava intorno alle sue parodie di rose, senza sentire il bisogno di scendere nel giardino, e tanto meno di inoltrarsi nel parco, o di uscire nelle vigne smeraldine, dove le file dei peschi e dei peri scendevano in belle processioni giù verso il fiume in fondo alla collina.

Fu picchiato lievemente all’uscio.

— Avanti.

La sua voce era aspra, quasi stridente come quella degli adolescenti nell’epoca in cui appunto cambiano voce.

Apparve, in vestito nero da mattina, sbarbato di fresco, anzi ancora incipriato, coi nerissimi capelli azzurrognoli di brillantina, un servo che pareva un gentiluomo.

— Eccellenza, la sua signora nonna desidera di salutarla.

— Ma che venga, — disse lei, infastidita e indifferente nello stesso tempo.

Non aveva sollevato neppure le ciglia: ancora non riusciva a capire il perché di tutte quelle