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— È intelligentissimo, esuberante di salute e di forza: ecco il suo segreto. E lei dovrebbe esserne contenta.
Ella lo fissava di nuovo: ma come diversi, adesso, i suoi occhi! Tristi, quasi torvi, imploranti e diffidenti, annegati in una luce verde di disperazione. E avrebbe voluto parlare ancora, sfogarsi col Dottore come prima con un amico lontano: ma non poteva, non voleva. Ella non amava il figlio, e il figlio non l’amava. E questo mistero le pesava sull’anima, aggravando quello che il Dottore aveva chiamato il suo male. Era inutile parlarne: non aveva vie di uscita, come tutti i misteri inesplicabili.
*
Il Dottore riprese:
— Altre cose bellissime ha la vita, per chi ha la fortuna d’intenderle e sapersene impossessare. Non parliamo della religione, che è già il regno di Dio sulla terra. Parliamo, per esempio, della contemplazione. Lei si mette tranquilla davanti a questa finestra, si dimentica di sé stessa, delle sue inquietudini, delle sue vane manìe; la sua anima è nei suoi occhi, e nei suoi occhi si riflette il cielo. Lo vede, lei, questo immenso cielo già tinto del colore della primavera? E gli alberi, il grano che nasce, e la meraviglia della neve