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nina? Sì, il cuore mi diceva che saresti venuto. Prendi, prendi.
— Per carità, — gridò la signorina, — no, no, non lo faccia mangiare.
Ma il ragazzo aveva già le guance gonfie di un paio di frittelle, e dietro le esortazioni della nonna, anche la signorina ne mangiò una, poi un’altra, altre di seguito.
— Buone, squisite. La principessa...
Parlava della principessa con ammirazione, del principe con rispetto, del principino con sincero dolore.
— Creda pure, è un diavolo scatenato, e non sarò certamente io a ridurlo quale deve essere. Qui ci vuole un buon istitutore, oppure un ottimo collegio.
Egli ascoltava come non si trattasse di lui, continuando a divorare frittelle: quando ne fu sazio andò verso la porta a vetri e tentò di aprirla; ma più energica della signorina fu questa volta la nonna, che lo fermò per il braccio e lo trasse indietro.
— C’è troppo vento, caro; vieni, andiamo piuttosto di là.
Andarono nella solitaria saletta da pranzo, che Marino ben conosceva, come del resto conosceva tutta la casa in ogni suo angolo più inesplorato; e per un momento si divertì a sfogliare il vecchio album di fotografie che decorava la tavola di noce; ma anche quello lo conosceva da