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Certo, era un capriccio venirsene d’improvviso a passare la fine del carnevale nel castello, sulle cui torri biancheggiava ancora una cornice di neve: ma non toccava al ragazzo farne la pietosa e assieme insolente osservazione. La signorina, quindi, subito lo redarguì, cercando poi di scusarlo e scusarsi presso l’ava.
— La principessa è stanca, molto stanca. Ha ballato tutto l’inverno e adesso ha paura di un esaurimento nervoso: quindi è venuta...
Nonostante il recente sermone, Marino si ribella, come uno spiritato.
— E lei perché balla tanto, la mamma? Chi glielo dice, di ballare così? E poi è sempre in giro. Anche papà dice...
— Signorino, — esclama Berta, umiliata, triste, inutilmente severa, — se lei continua a parlare così, la riporto al castello, la riconsegno a Sua eccellenza il principe, e faccio subito la valigia.
— E chi se ne importa?
La nonna non sapeva se ridere o piangere: i modi del nipote le piacevano, in fondo, ma si guardò bene dal dirlo. Tentò, piuttosto, di conciliare le cose.
— Ti piacciono, dunque, le frittelle di non-