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così, bambina mia. Si direbbe che tu vaneggi. Taci, taci, è molto meglio.

— No, lasciami parlare. Chi sa se domani potrò parlare più! E tu, nonna, non desolarti; non farti rimproveri inutili. Pensa, piuttosto, che sei come di nuovo mamma. Anche questa mia volontà, Sandro ha promesso di rispettarla; di affidarti cioè esclusivamente la mia creatura, se io...

Un nuovo dolore, più forte degli altri, le tolse il respiro. Il suo viso si deformò in una smorfia di angoscia, di disgusto, anche di sdegno, provocata, più che altro, dal ricordo del marito; mentre la sua mano vibrante si rifugiava entro quella della nonna come un uccellino ferito nel nido.

Ma, passato il dolore, parve assopirsi: il viso ricomposto prese un’espressione dolce, infantile.

La nonna, alta su lei, sotto la lampada velata di verde, si ostinava nuovamente a rivederla ancora bambina, nel suo lettino illuminato di sogni belli; e un accoramento le gelava, ma non le vinceva l’anima. Bisognava lottare; ed ella era lì per lottare, per vincere. Sentiva le sue ossa come un’armatura di ferro, le sue mani come artigli contro gli artigli del male, e sopratutto il cuore saldo, e la sua fede in Dio intatta e inattaccabile più di uno scudo d’acciaio.

La principessa si svegliò; riaprì gli occhi e