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Nonostante l’accento lieve, quasi ironico, di questa domanda, l’ombra di Alys balzò, grande, quasi minacciosa, a dominarli entrambi.
Egli era venuto appunto per avere notizie della giovane donna, che aveva veduto nascere, e della quale, nonostante i suoi settant’anni, era mezzo innamorato. Disse:
— Per questa sera sono invitato a pranzo su al castello. Lei, mi pare, ci è stata poco fa. Di che umore è la nostra principessa?
Il primo istinto della nonna fu di mentire, o, almeno, di attenuare le cose, dicendo che Alys era tranquilla: ma gli occhi dell’uomo la disarmarono: nulla si poteva nascondere all’anima che vi splendeva dentro.
— A dire la verità, il suo umore, come del resto da quando si è sposata, è molto variabile; e un estraneo non ci capirebbe niente...
Il dottore protestò, difendendo e nello stesso tempo accusando la principessa.
— Da quando si è sposata? Ma se è stata sempre così, di umore variabile! Come una giornata di marzo. E questo, forse, è il suo fascino maggiore.
— Bel fascino! Bisognerebbe combatterci, come ci combatto io.
— E come ci ha sempre combattuto. Del resto la colpa è sua, cara donna Mariadea. Lei ha educato male la ragazza. Non faccia quel viso desolato. Lei l’ha educata male, malissimo. Il