Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 27 — |
— Ma guarda, ma guarda!
Egli andò difilato in cucina e annusò il buon odore che vi spirava. — Come va, donna Mariadea? Sempre golosi, noi, eh? Sempre pentole e pentolini al fuoco.
La nonna lo seguiva, con un tremito quasi d’amore nell’anima rischiarata dalla presenza di lui.
— Ma stia zitto! Non vede che mi ha fatto quasi spavento? Perché, sa dove portavo in dono questo involto? Lo portavo proprio a lei, pensando proprio a lei.
Il dottore palpò il radicchio, con la piccola mano rosea adorna di anelli: ne prese una foglia, la masticò:
— Brava: è l’erba che più mi piace, mentre quella rimbambita della mia cuoca non si degna di procurarmene mai.
— Non parli male della sua cuoca: senza di lei che farebbe vossignoria nel mondo? E se è rimbambita lei, che ha sessant’anni, quasi tutti passati al servizio del dottore, che stato sarà il mio?
— Lei ha voglia di complimenti, adesso. Vuole che le dica che sembra una fanciulla di venti anni.
— Ma non vede che ho perduto per la terza volta i denti?
— Già, vedo. E che ne dice, la principessa Alys?