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viso. Chi ha mai veduto allo specchio il suo viso vero, quello che ride o piange, quello che si annoia o si beffa della vita?

E non porterò cani né gatti né uccelli nella nuova dimora: troppo anch’essi mi hanno fatto amare e soffrire inutilmente: ma tutte le rondini che, coi loro nidi, appenderanno le lampadine del buon tempo sul cornicione della casa, le cicale che segano i raggi del sole sui rami delle tamerici, le farfalle che sbocciano come fiori volanti dai cespugli dell’arenile, tutte saranno mie compagne: tutte assieme, sotto la protezione di Dio.

Sul tavolino di legno nudo, davanti alla finestra, ci saranno ancora il calamaio, la penna, il bianco abisso delle cartelle non scritte: sì, ci saranno ancora, compagni sino alla fine; ma prima di piegarsi sulla profondità pericolosa della pagina vergine, gli occhi si solleveranno all’azzurro del cielo per chiedergli che le parole da scrivere portino un riflesso della sua luce consolatrice.

Poiché io voglio varcare la tua soglia, o piccola casa nuova, con l’anima rinnovata: nella sabbia, ai tuoi piedi, seppellirò il fardello delle cattive passioni; e se il dolore non vorrà egualmente separarsi da me, entri pur esso nelle tue stanze che finora conoscono solo la gioia del mare e del sole, ma vi entri anche lui servo silenzioso e fattivo.