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CONTRATTO

Mi sono stancata della mia casa di città. Forse perché mi ha fatto troppo godere e troppo soffrire.

Dapprima ero io la padrona: poiché non l’amavo e quindi non mi curavo di essa. Mi curavo solo di me e delle cose esterne che ingombrano l’esistenza delle donne, come le nuvole di colore l’orizzonte della sera. Peccati e leggerezze d’ogni genere. Ma le pareti ancora fresche e disamate guardavano e giudicavano: forse respiravano l’ostilità, o peggio ancora l’indifferenza, il disamore, le cattive passioni della loro padrona; e pensavano di vendicarsi.

*

Col passare del tempo le parti s’invertirono. La padrona diventò lei, la casa, e si vendicò davvero.

Di fuori, l’orizzonte si era scolorito e sgonfiato