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scalza, col viso che fa concorrenza alla luna piena sorgente sulla riva dell’altipiano, non entra con una colonna di piatti fra le mani, e senza tante scuse invita i giocatori a sgomberare.
Si cena: anche lui mangia, e come! Ed è anche buongustaio. Dice:
— A me, un tempo, delle pernici piaceva solo il petto: adesso neppure quello. Se non è condito con una buona salsa, sa di stoppa.
Un tempo. Vuol dire che gli anni e l’esperienza hanno raffinato i suoi sensi: e quest’impressione, sebbene me lo allontani ancora di più nella realtà, lo rende più rispettabile nel sogno.
*
Tre giorni egli rimase con noi. Andò con la serva e i ragazzi al paese, e lì si fece prestare una chitarra. Allora la festa fu completa; le partite a carte, alle quali adesso prendeva parte rumorosa la serva, si seguivano alle strimpellate sentimentali, o queste accompagnavano quelle.
Venne il pastore, con doni del suo ovile; passò un pescatore di fiume e lasciò, per poche lire, un trofeo di trote infilzate crudelmente per la triste bocca ad un giunco. Nella cucina c’è odore di dolce, ed il mio cuore si fonde per la crema d’oro pallido rimescolata dalle piccole mani materne, quando, di fuori della finestra dalla quale