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Io poi avevo trovato un nascondiglio dietro la casa, una rovina di cisterna, ricoperta di rampicanti campestri; e ci stavo dentro con la soddisfazione barbarica dell’uomo primitivo che ha trovato la sua caverna. Nascondersi, per nascondere a sé stessi la realtà esteriore e inventarsene una per proprio uso e consumo, non è questo il segreto della vera felicità?

Ma poi viene la noia, e si ha bisogno di tornare all’aperto, in cerca di quello che non si trova. Dopo qualche giorno di quella ferma vita pastorale, si cominciarono a sentire sbadigli, e qualcuno domandò se non si era portato un mazzo di carte. No, non si era portato, ma la provvidenza, o il diavolo che, a quanto affermava il pastore custode della casa, è stato il primo fabbricante di carte da gioco, ne mandò un bel mazzo nuovo, quel giorno stesso, per mano di un personaggio che mise in subbuglio la nostra flemmatica colonia.

Era il figlio del socio di mio padre, il bellissimo Giglio dagli occhi di cristallo.

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Questi occhi non si degnarono di posarsi su di me; ed anche i miei, corrucciati e diffidenti, non si volgevano mai a guardare il giovane Adone; ma la sua sfolgorante presenza era dentro