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torri leggendarie, lo avesse creato lui con le sue stregonerie; zio Andrea piangeva lagrime azzurre, mentre il suo duro amico Antonio, come al solito, lo sbeffeggiava. E quando dall’aerea loggetta medioevale di un’antica casa della città alta, Casteddu ’e susu, si vide per la prima volta il bel golfo veramente angelico (Golfo degli Angeli), tutto increspato di argento, mi parve che quel movimento luminoso lo destasse il guizzare dei pesci.

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E si indossò il vestito buono, fatto dalla sarta di famiglia, la buona Grazietta Murroni (non si fa il suo nome per réclame), la quale, in quel tempo, usava ancora i piccoli ganci di fil di ferro dell’epoca neolitica, quelli che lasciavano il segno della ruggine sul percalle della sottoveste: e si andò per la città festante. Si va, si va, stretti nella nostra piccola comitiva, con le scarpette nuove che fanno male, con la testa che, a veder tante meraviglie, palazzi grandi, balconi fioriti, negozi di lusso, monumenti e giardini, e bastimenti e barche, e sopra tutto la processione del Santo, che da sacerdoti e gentiluomini in costume spagnolo viene condotto per due giorni a Pula, si tramuta in una vera girandola.

A Pula, presso la costa, meta un tempo delle