Pagina:Deledda - La vigna sul mare, 1930.djvu/236


— 230 —

prima volta che si dovettero fare questi tre trasbordi, il nonno tuo non me lo disse che al momento della partenza, per non destarmi spavento e, sopratutto, non decidermi a non partire. Ma poi le cose andarono bene. Io avevo preparato un cestino di provviste per una ragione che ti spiegherò poi: e dentro questo cestino, bene avvolte nella carta oleata, oltre le classiche uova sode e il salame e il pollo, ci si trovavano le tenere membra arrostite di una squisita lepre che, col relativo rosmarino, mi era stata regalata da una giovanissima scrittrice, proprietaria di fattorie e boschi, allora alle sue prime armi, adesso celebre in tutto il mondo. Si tratta della nostra buona amica Midi. Perché il prezioso cestino e la domestica che lo portava non andassero sperduti nella confusione dei trasbordi, ci si prese il lusso di farli viaggiare con noi, in seconda classe: per la verità, aggiungo che la donna la volli io, al mio seguito, perché aiutasse meglio il tuo caro nonno a caricarmi sul treno.

Tutto, dunque, andò bene: eravamo noi soli nello scompartimento, ed a misura che si saliva l’Appennino dorato di ginestre, mi pareva di ringiovanire, di esser bella come tutto è eternamente bello in questa nostra sempre giovane Italia. A Falconara, primo trasbordo, il vento del mare ci accolse festoso, più che un fanciullo che va incontro ai suoi genitori; a Rimini, se-