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ne ha prese quattro. («Per cominciare, non c’è male,» pensò il padre). Una l’ha data a noi, tenendosi lui la pelle, con la testa, e le zampe e la coda, che serve alle signore per metterla al collo.
E Gino trasse dal sacco una lunga bestia insanguinata, già sventrata, pronta alla cottura.
La madre non la prese, fissandola con gli occhi vitrei: Giovannino si sentì la bocca piena di parole, ma se le ringollò una per una. Allora Giolì, senza aspettare altro, infilò la bestia nello spiedo, da provetto cacciatore.
*
E quando ebbero mangiato, i due fratelli uscirono di nuovo col sacco ancora insanguinato, senza badare alle rimostranze della madre che, con quelle sue parole fatali, li aveva oramai liberati come puledri dalle pastoie.
Giovannino avrebbe voluto seguirli, ma non poteva: e nel vederli sparire, fra il chiarore della neve e della luna, adesso però silenziosi più che le loro ombre, gli parve di vivere in una fiaba.
Nessuno li sentì tornare, e solo sul tardi, la mattina dopo, la madre si accorse che essi avevano seppellito qualche cosa sotto un mucchio di paglia e di neve, e che nel pollaio,