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nel sogno aveva promesso di sbozzare, gli venne un’idea.

— Marino, — chiamò nel grande silenzio lunare, — non potresti, con l’aiuto di Dio, gettarmi qualche strumento?

Il picchiare del tagliapietre cessò: come uccelli si videro volare i martelli e gli scalpelli che Marino lanciava al suo compagno, da monte a monte; e la roccia intorno a Leo vibrò al loro cadere.

Fu così che anche lui ricominciò a lavorare. Conosceva l’arte fina dei Romani e, prima ancora di scavarsi un rifugio come faceva il compagno Marino, cominciò a scolpire fregi e capitelli, sognando di costruire una chiesa.

La chiesa fu fatta, dopo di lui, e forse sono suoi i capitelli intorno al cui immoto fiorire si affissarono e vi lasciarono la loro luce immortale gli occhi del divino poeta, in pellegrinaggio da Ravenna a San Leo.