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porcellana vi si scivola, vi si affonda: buone per lunghe dame nuotatrici, o per fratoni prosperosi. Noi, invece, come avete già constatato, e credo non senza una maliziosa soddisfazione, abbiamo un corpo tutto nostro speciale, e dico nostro intendendo la nostra classe di uomini celebri: corpo corto e panciuto, testa grossa e gambe piccole: tutto il contrario della gente creata da Dio per correre le vie del mondo e della felicità terrestre. E, ditemi una cosa, giovinotto — aggiunse, mentre l’altro, rispettoso, ma di un rispetto glaciale, e indifferente a ogni altra cosa che non fosse la sua faccenda, lo aiutava a sedersi e poi a coricarsi nudo supino sul lettuccio coperto di un rozzo lenzuolo caldo: — chi abita quella casetta bianca in cima al poggio, qui sopra lo stabilimento?

Il giovine non rispose subito, perché bussavano all’uscio, e, appena questo dischiuso, vi fu introdotto il secchio di fango bollente. L’odore dell’iodio rese più greve l’atmosfera calda e rarefatta del camerino, che al filosofo dava l’idea di una tazza di maiolica.

— Non glielo so dire, — rispose infine il bagnino, mentre gli plasmava il fango sulle gambe, — io non sono del posto. Vengo di lontano e non mi occupo della gente di qui.

Ma il contatto con la materia caldissima, che gli pareva lava, attutiva la curiosità del filosofo: una smorfia scimmiesca gli contraeva il viso, e