Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
FILOSOFO IN BAGNO
Da cinque giorni il filosofo artritico faceva una cura di fanghi e di bagni caldi, in un modesto e quindi ancora tranquillo stabilimento termale; e dopo le abbondanti sudate e, sopratutto, dopo i casalinghi pasti quasi all’aria aperta, nel portico di una trattoria campestre là vicina, sentiva la sua mente riaprirsi alle belle speculazioni di un tempo.
Il sesto giorno scese senza zoppicare le scale, e imboccò con una certa sveltezza il corridoio sul quale si aprivano le celle di cura di seconda classe. Era di ottimo umore, tanto che, per la prima volta, diede confidenza al giovane erculeo bagnino che lo assisteva.
— Giovinotto, — gli disse, mentre questi lo aiutava a spogliarsi, — voi credete che io abbia scelto la seconda classe per economia? Povero, sì, ma non avaro. Ho scelto dunque la seconda classe perché le vasche vi sono più corte, basse, grezze; mentre nella prima sembrano tombe di