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loggia sovrastante, ed il ripostiglio tappato con mattoni; se però la pioggia continuava così, la sua umidità poteva arrivare al tesoro.

Per fortuna però il temporale veniva insolitamente dal nord, e flagellava quindi il lato opposto della casa: per rassicurarsi meglio ella aprì lo scurino della portafinestra, ed attraverso le stecche asciutte della persiana vide come un confuso velo metallico ondeggiare di là dalla loggia. Ma un fragore scoppiettante ed un bagliore d’incendio la respinsero dal vetro tutta fredda di terrore. Ebbe l’impressione di aver veduto spalancarsi l’inferno.

Chiuse lo scurino e si fece il segno della croce: ma il tremito non le passò: e con lei, al continuare incessante dei tuoni e dei fulmini, tremava tutta la casa, tremava tutto il mondo.

Il più spaventevole era il boato del vento che superava anche il fragore delle saette: adesso penetrava da tutte le parti, e dava l’impressione di un’invasione d’acque, lenta ma inesorabile.

Per di più la luce elettrica, come per un ordine superiore, si spense. La donna ebbe paura, e per sfuggire a quella cecità disperata sfidò la terribile luce di fuori. Riaprì lo scurino e andò a sedersi sulla poltrona di cuoio dove già aveva progettato di passare la notte come su una barca che dal triste passato la trasportava ad un tranquillo avvenire.