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— Alys, come vanno le scarpette?
— Benissimo. Le metterò questa sera. Pranzo al castello. Scendiamo in giardino? — Pareva volesse scendere in giardino, uscire all’aria aperta, per non pensare al pranzo grottesco, al quale, come al solito, avrebbero assistito il Podestà, il Segretario del Comune, il Dottore, il Cavalier Barbini, e, per completare la compagnia, forse anche il signor Arciprete.
Con passo rapido precedette la nonna, attraverso la sala dorata Primo Impero, poi in quella scura e verdone, con autentici mobili del Cinquecento, poi nel vestibolo decorato di quadri moderni: una scala di legno, lievemente in curva, scendeva al piano nobile, dove erano le sale da pranzo e da ricevere.
— Nonnina, ti dò il braccio?
La nonna fece una mossa che ricordava quelle della nipote: non aveva bisogno di aiuto, lei! Alta, in apparenza scarna, quando sollevò in avanti le vesti, per scendere senza fretta le scale, lasciò vedere due gambe potenti che rivelavano tutta l’ossatura ferrea del suo corpo di vecchia guerriera.