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i racconti ascoltati, per quello che le sembrava significassero.

Sì, non solo il frate era venuto, dalla lontananza dei tempi, e ancor più lungi della cima dei monti: era venuto dai campi di guerra, dai deserti, dai paesi dei pagani; da luoghi, insomma, donde è quasi miracoloso tornare: e raccontava, lui votato a Dio, storie di amore, di amanti che si ricongiungono, di matrimoni straordinarî. E tutto questo per lei, per significarle che Dio, dunque, le avrebbe permesso di trovare marito.

Semplici cose della vita, affermava padre Flaminio, raccontando altre avventure che sembravano inverosimili, ma alle quali la sua voce timbrata dava un accompagnamento di recitativo musicale: sì, semplici, per lui, forse anche per gli altri, non per lei, che ne sentiva tutto l’intricato, indissolvibile mistero: tanto che, mentre egli riproduceva, con voce tenorile, la melodia di un nostalgico canto dialettale, per mezzo del quale, in alto oceano, in un grande transatlantico, si era riconosciuto con un suo amico d’infanzia, ella scappò via da tavola e corse alla loggia.

E le parve di essere abbacinata, come quando la neve copriva il frutteto sotto la sua casa, e il sole l’arricchiva di prismi iridati: era la cascata dei fiori dei peschi, dei susini, dei peri e dei cotogni: anche i meli fiorivano già, con